La parodontologia è una branca specialistica dell’Odontoiatria che si occupa della prevenzione e della cura delle patologie del parodonto (peri = attorno; odons = dente). Il parodonto è l’apparato di sostegno del dente ed è costituito dall’insieme di tessuti duri e molli che circondano il dente (gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamento parodontale) e che assicurano, in condizioni di salute, la sua stabilità nell’arcata dentaria.

Le patologie del parodonto più frequenti nella popolazione sono fondamentalmente due, estremamente diverse tra loro per gravità, terapia e prognosi; parliamo della gengivite e della parodontite

La gengivite è una malattia infettiva provocata dai batteri che si trovano nella placca, una pellicola biancastra che si forma spontaneamente sui denti già poche ore dopo il lavaggio degli stessi.

Se smettessimo di lavarci i denti e facessimo accumulare la placca batterica, nel corso di alcuni giorni si manifesterebbe la gengivite. Se l’igiene orale è dunque insufficiente, la comparsa di questa infezione è inevitabile. La gengivite consiste in una infiammazione solamente di un tessuto del parodonto, la gengiva, risparmiando così l’osso e il legamento parodontale.

sintomi principali della gengivite acuta sono rossore della gengiva, gonfiore, sanguinamento, che può essere spontaneo o indotto dallo spazzolamento dei denti, sensazione di bruciore o dolore, aumentata sensibilità al caldo e al freddo. Se non trattata, dopo alcuni mesi la gengivite tende a cronicizzare, la tendenza al sanguinamento diminuisce, le gengive assumono un aspetto ipertrofico (gonfio) e una colorazione violacea. Raggiunta questa fase, la gengivite cronica può seguire due strade.

Nei pazienti non suscettibili alla parodontite l’infezione tenderà a rimanere confinata a livello gengivale, senza raggiungere o danneggiare le strutture sottostanti (osso e legamento).

La buona notizia è che, in seguito alla cura, la guarigione della gengivite avviene con restitutio ad integrum, ovvero con la guarigione totale; una volta rimossa la causa (la placca e il tartaro) la gengiva e il parodonto tornano esattamente allo stato precedente all’infezione.

Nei pazienti suscettibili alla parodontite, invece, (1 paziente su 3 in Europa) la gengivite cronica evolve in parodontite (chiamata volgarmente piorrea) provocando la distruzione lenta, continua e irreversibile dell’osso e del legamento alveolare.

Questa “suscettibilità” o predisposizione alla parodontite segue la legge della “familiarità”, ovvero i componenti della famiglia del paziente affetto dalla parodontite hanno un rischio più alto di essere colpiti dalla stessa malattia rispetto al resto della popolazione.

Questa infezione è praticamente asintomatica e, finché la distruzione ossea non diventa estremamente importante, i sintomi sono praticamente identici a quelli della semplice gengivite cronica. Questo rende la parodontite un’infezione subdola, e perciò ancora più pericolosa. Il paziente potrebbe di per sé non accorgersi di nulla o quasi, finché la perdita ossea non è così grave da dare inizio a sintomi tardivi e importanti, come la mobilità dentale, il dolore, la formazione di ascessi e lo spostamento dei denti.

Solo l’odontoiatra parodontologo può, attraverso la visita, accorgersi della presenza della parodontite anche nelle fasi iniziali.

La buona notizia è che, da molti anni, della parodontite si conosce praticamente tutto, ed esiste un protocollo di cura internazionale ben preciso, la cui efficacia nel tempo è stata ampiamente dimostrata.

Perché la cura sia definitiva e per impedire all’infezione di ritornare (il paziente resta comunque predisposto alla malattia anche dopo la cura) è fondamentale la collaborazione del paziente, che deve rispettare poche, semplici regole di comportamento e di igiene orale quotidiana domiciliare.

Oggi, i pazienti che hanno curato la parodontite e che si applicano nel mantenimento del risultato rischiano di perdere solo lo 0,5% dei denti (1 su 200) ogni 14 anni!

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